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  11. <title>Angelo Scola</title>
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  23. <title>In occasione dei funerali di Papa Francesco</title>
  24. <link>https://angeloscola.it/in-occasione-dei-funerali-di-papa-francesco/</link>
  25. <dc:creator><![CDATA[Giovanni Zennaro]]></dc:creator>
  26. <pubDate>Sat, 26 Apr 2025 10:44:52 +0000</pubDate>
  27. <category><![CDATA[Lettere e messaggi]]></category>
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  29.  
  30. <description><![CDATA[<p>Pubblichiamo il messaggio del cardinale Scola in occasione dei funerali di Papa Francesco, apparso in data odierna sulle pagine del Corriere della Sera. L’innumerevole quantità di articoli, reportage, commenti su Papa Francesco e il suo pontificato pubblicati sulla stampa scritta e digitale in questi giorni hanno forse impedito ai più di accusare il colpo, duro come [...]</p>
  31. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/in-occasione-dei-funerali-di-papa-francesco/">In occasione dei funerali di Papa Francesco</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
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  33. <content:encoded><![CDATA[<p>Pubblichiamo il messaggio del cardinale Scola in occasione dei funerali di Papa Francesco, apparso in data odierna sulle pagine del <em>Corriere della Sera</em>.</p>
  34. <hr />
  35. <p>L’innumerevole quantità di articoli, reportage, commenti su Papa Francesco e il suo pontificato pubblicati sulla stampa scritta e digitale in questi giorni hanno forse impedito ai più di accusare il colpo, duro come nessun altro, della morte. Questa è sempre drammatica, costituisce cioè un richiamo radicale alla libertà. Ovviamente alla libertà di colui che è chiamato a passare all’altra riva, perché si abbandoni tra le tenere braccia del Padre che ci attende; ma anche alla libertà di ciascuno di noi, perché si domandi che sta facendo della sua vita.</p>
  36. <p>E così in questi giorni – più che interessarmi di analisi e bilanci del papato di Francesco, in ogni caso troppo prematuri – la domanda che si è aperta in me è stata: quale richiamo il Padre Eterno ha suggerito alla mia vita e per la mia conversione attraverso Papa Francesco? Non è la prima volta che mi pongo questo interrogativo. Cinque anni fa, nella mia autobiografia, nel capitolo dedicato a Papa Francesco, scrivevo: “<em>quello che mi interpella è la modalità di totale donazione di sé e vicinanza agli altri che testimonia Francesco</em>”. Sono parole che ripeto oggi con più verità, mendicando dal Risorto che così accada anche in me in questo singolare tratto del mio percorso che è la vecchiaia, certamente non sempre facile.</p>
  37. <p>Un più deciso sì a Cristo Risorto presente nella comunità cristiana: ecco la strada aperta alla nostra libertà. È questo di cui ha bisogno la Chiesa ed è questo che i nostri fratelli uomini aspettano.</p>
  38. <p style="text-align: right;">+ Angelo Card. Scola</p>
  39. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/in-occasione-dei-funerali-di-papa-francesco/">In occasione dei funerali di Papa Francesco</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  40. ]]></content:encoded>
  41. </item>
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  43. <title>La prefazione di papa Francesco al nuovo libro del cardinale Scola</title>
  44. <link>https://angeloscola.it/la-prefazione-di-papa-francesco-al-nuovo-libro-del-cardinale-scola/</link>
  45. <dc:creator><![CDATA[Giovanni Zennaro]]></dc:creator>
  46. <pubDate>Wed, 23 Apr 2025 20:20:01 +0000</pubDate>
  47. <category><![CDATA[Articoli]]></category>
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  49.  
  50. <description><![CDATA[<p>All’indomani della morte di Papa Francesco, è stata resa pubblica la prefazione da lui scritta nel mese di febbraio al nuovo libro del cardinale Angelo Scola, intitolato Nell’attesa di un nuovo inizio. Riflessioni sulla vecchiaia, in uscita proprio in questi giorni per i tipi della Libreria Editrice Vaticana. La proponiamo, con un invito alla preghiera [...]</p>
  51. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/la-prefazione-di-papa-francesco-al-nuovo-libro-del-cardinale-scola/">La prefazione di papa Francesco al nuovo libro del cardinale Scola</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  52. ]]></description>
  53. <content:encoded><![CDATA[<p>All’indomani della morte di Papa Francesco, è stata resa pubblica la prefazione da lui scritta nel mese di febbraio al nuovo libro del cardinale Angelo Scola, intitolato <a href="https://angeloscola.it/libri/nellattesa-di-un-nuovo-inizio-riflessioni-sulla-vecchiaia/"><em>Nell’attesa di un nuovo inizio. Riflessioni sulla vecchiaia</em></a>, in uscita proprio in questi giorni per i tipi della Libreria Editrice Vaticana. La proponiamo, con un invito alla preghiera per Papa Francesco.</p>
  54. <hr />
  55. <p>Ho letto con emozione queste pagine uscite dal pensiero e dall’affetto di Angelo Scola, caro fratello nell’episcopato e persona che ha rivestito servizi delicati nella Chiesa, ad esempio nell’essere stato rettore della Pontificia Università Lateranense, in seguito patriarca di Venezia e arcivescovo di Milano. Anzitutto voglio manifestargli tutto il mio ringraziamento per questa riflessione che unisce esperienza personale e sensibilità culturale come poche volte mi è accaduto di leggere. L’una, l’esperienza, illumina l’altra, la cultura; la seconda sostanzia la prima. In questo intreccio felice, la vita e la cultura fioriscono di bellezza.</p>
  56. <p>Non inganni la forma breve di questo libro: sono pagine molto dense, da leggere e rileggere. Colgo dalle riflessioni di Angelo Scola alcuni spunti di particolare consonanza con quanto la mia esperienza mi ha fatto comprendere.</p>
  57. <p>Angelo Scola ci parla della vecchiaia, della sua vecchiaia, che – scrive con un tocco di confidenza disarmante – «mi è venuta addosso con un’accelerazione improvvisa e per molti aspetti inaspettata».</p>
  58. <p>Già nella scelta della parola con cui si auto-definisce, «vecchio», trovo una consonanza con l’autore. Sì, non dobbiamo aver paura della vecchiaia, non dobbiamo temere di abbracciare il diventare vecchi, perché la vita è la vita ed edulcorare la realtà significa tradire la verità delle cose. Restituire fierezza a un termine troppo spesso considerato malsano è un gesto di cui esser grati al cardinale Scola. Perché dire “vecchio” non vuol dire “da buttare”, come talvolta una degradata cultura dello scarto porta a pensare. Dire vecchio, invece, significa dire esperienza, saggezza, sapienza, discernimento, ponderatezza, ascolto, lentezza… Valori di cui abbiamo estremamente bisogno!</p>
  59. <p>È vero, si diventa vecchi, ma non è questo il problema: il problema è come si diventa vecchi. Se si vive questo tempo della vita come una grazia, e non con risentimento; se si accoglie il tempo (anche lungo) in cui sperimentiamo forze ridotte, la fatica del corpo che aumenta, i riflessi non più uguali a quelli della nostra giovinezza, con un senso di gratitudine e di riconoscenza, ebbene, anche la vecchiaia diventa un’età della vita, come ci ha insegnato Romano Guardini, davvero feconda e che può irradiare del bene.</p>
  60. <p>Angelo Scola evidenzia il valore, umano e sociale, dei nonni. Più volte ho sottolineato come il ruolo dei nonni sia di fondamentale importanza per lo sviluppo equilibrato dei giovani, e in definitiva per una società più pacifica. Perché il loro esempio, la loro parola, la loro saggezza possono instillare nei più giovani uno sguardo lungo, la memoria del passato e l’ancoraggio a valori che perdurano. Dentro la frenesia delle nostre società, spesso votate all’effimero e al gusto malsano dell’apparire, la sapienza dei nonni diventa un faro che brilla, rischiara l’incertezza e dà la direzione ai nipoti che possono trarre dalla loro esperienza un “di più” rispetto al proprio vivere quotidiano.</p>
  61. <p>Le parole che Angelo Scola dedica al tema della sofferenza, che spesso si instaura nel diventare vecchi, e di conseguenza alla morte, sono gemme preziose di fede e di speranza. Nell’argomentare di questo fratello vescovo sento riecheggiare la teologia di Hans Urs von Balthasar e di Joseph Ratzinger, una teologia “fatta in ginocchio”, intrisa di preghiera e di dialogo con il Signore. Per questo motivo ho detto poco sopra che queste sono pagine uscite “dal pensiero e dall’affetto” del cardinale Scola: non solo dal pensiero, ma anche dalla dimensione affettiva, che è quella cui la fede cristiana rimanda, essendo il cristianesimo non tanto un’azione intellettiva o una scelta morale, bensì l’affezione a una persona, quel Cristo che ci è venuto incontro e ha deciso di chiamarci amici.</p>
  62. <p>Proprio la conclusione di queste pagine di Angelo Scola, che sono una confessione a cuore aperto di come egli si stia preparando all’incontro finale con Gesù, ci restituiscono una consolante certezza: la morte non è la fine di tutto, ma l’inizio di qualcosa. È un nuovo inizio, come evidenzia saggiamente il titolo, perché la vita eterna, che chi ama già sperimenta sulla terra dentro le occupazioni di ogni giorno, è iniziare qualcosa che non finirà. Ed è proprio per questo motivo che è un inizio “nuovo”, perché vivremo qualcosa che mai abbiamo vissuto pienamente: l’eternità.</p>
  63. <p>Con queste pagine tra le mani vorrei idealmente compiere di nuovo lo stesso gesto che feci appena indossato l’abito bianco da Papa, nella Cappella Sistina: abbracciare con grande stima e affetto il fratello Angelo, ora, entrambi più vecchi di quel giorno di marzo del 2013. Ma sempre accumunati dalla gratitudine verso questo Dio amoroso che ci offre vita e speranza in qualunque età del nostro vivere.</p>
  64. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/la-prefazione-di-papa-francesco-al-nuovo-libro-del-cardinale-scola/">La prefazione di papa Francesco al nuovo libro del cardinale Scola</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
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  66. </item>
  67. <item>
  68. <title>Riflessione del Card. Pizzaballa in occasione della giornata di preghiera per la pace</title>
  69. <link>https://angeloscola.it/riflessione-del-card-pizzaballa-in-occasione-della-giornata-di-preghiera-per-la-pace/</link>
  70. <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator>
  71. <pubDate>Thu, 10 Oct 2024 04:00:10 +0000</pubDate>
  72. <category><![CDATA[Articoli]]></category>
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  74.  
  75. <description><![CDATA[<p>Proponiamo il testo della breve riflessione di S.B. Em.ma il Card. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, in occasione della giornata di preghiera, digiuno e penitenza vissuta il 7 ottobre 2024, ad un anno dallo scoppio del conflitto in Medio Oriente. Veglia di preghiera 7 ottobre 2024  Breve riflessione  Efesini 2:14-17  Cari fratelli e [...]</p>
  76. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/riflessione-del-card-pizzaballa-in-occasione-della-giornata-di-preghiera-per-la-pace/">Riflessione del Card. Pizzaballa in occasione della giornata di preghiera per la pace</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  77. ]]></description>
  78. <content:encoded><![CDATA[<p>Proponiamo il testo della breve riflessione di S.B. Em.ma il Card. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, in occasione della giornata di preghiera, digiuno e penitenza vissuta il 7 ottobre 2024, ad un anno dallo scoppio del conflitto in Medio Oriente.</p>
  79. <hr />
  80. <p style="text-align: center;"><strong>Veglia di preghiera 7 ottobre 2024 </strong></p>
  81. <p style="text-align: center;"><strong>Breve riflessione </strong></p>
  82. <p style="text-align: center;"><em>Efesini 2:14-17 </em></p>
  83. <p><span data-contrast="auto">Cari fratelli e sorelle,</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  84. <p><span data-contrast="auto">il Signore vi dia pace!</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  85. <p><span data-contrast="auto">Siamo qui riuniti al termine di una giornata di preghiera, digiuno e penitenza, al termine di uno degli anni più difficili e dolorosi degli ultimi tempi.</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  86. <p><span data-contrast="auto">Quest&#8217;anno abbiamo gridato il nostro orrore per i crimini commessi, a partire dagli eventi del 7 ottobre di un anno fa, nel sud di Israele, che hanno lasciato una profonda ferita negli israeliani fino ad oggi. Abbiamo inoltre alzato la voce contro la reazione di aggressione, distruzione, fame, sofferenza e morte.</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  87. <p><span data-contrast="auto">Stiamo assistendo a un livello di violenza senza precedenti nelle parole e nelle azioni. L’odio, il dolore e la rabbia sembrano essersi impadroniti dei nostri cuori, non lasciando spazio ad altri sentimenti se non al rifiuto dell&#8217;altro e della sua sofferenza.</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  88. <p><span data-contrast="auto">Nel corso di quest&#8217;anno, abbiamo espresso in ogni forma possibile la nostra solidarietà e il nostro sostegno alla comunità di Gaza e a tutti i suoi abitanti. </span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  89. <p><span data-contrast="auto">Abbiamo cercato di essere una voce che condanna con forza e chiarezza tutta questa violenza che non farà altro che provocare un circolo vizioso di vendetta che genererà altra violenza.</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  90. <p><span data-contrast="auto">Abbiamo ribadito la nostra convinzione che la violenza, l’aggressione e le guerre non creeranno mai pace e sicurezza. Abbiamo ripetuto incessantemente che ciò di cui abbiamo bisogno è invece il coraggio di pronunciare parole che aprano orizzonti e non il contrario, di costruire il futuro invece di negarlo. Abbiamo bisogno del coraggio di scendere a compromessi, di rinunciare a qualcosa, se necessario, per un bene più grande, che è la pace. Non dobbiamo mai confondere la pace con la vittoria!</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  91. <p><span data-contrast="auto">Abbiamo sottolineato la necessità di costruire un futuro comune per questa terra, basato sulla giustizia e sulla dignità di tutti i suoi abitanti, a partire dal popolo palestinese, che non può più attendere il suo diritto all’indipendenza, troppo a lungo rimandato.</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  92. <p><span data-contrast="auto">Abbiamo affermato la necessità di fare e dire la verità nelle nostre relazioni, di avere il coraggio di pronunciare parole di giustizia e di aprire prospettive di pace.</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  93. <p><span data-contrast="auto">Ciò che è accaduto e sta accadendo a Gaza ci lascia attoniti e al di là di ogni comprensione.</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  94. <p><span data-contrast="auto">Da un lato la diplomazia, la politica, le istituzioni multilaterali e la comunità internazionale hanno mostrato tutta la loro debolezza, dall&#8217;altro ci siamo sentiti sostenuti:</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  95. <p><span data-contrast="auto">Il Santo Padre ha ripetutamente invitato tutte le parti coinvolte a fermare questa deriva, ma ha anche espresso solidarietà umana alla nostra comunità di Gaza in modi concreti e ha anche dato loro un sostegno concreto. </span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  96. <p><span data-contrast="auto">Proprio oggi ha inviato una lettera a tutti i cattolici di questa regione, esprimendo la sua vicinanza a tutti coloro che in vari modi soffrono le conseguenze di questa guerra, in modo particolare ai nostri fratelli e sorelle di Gaza, e incoraggiandoci a diventare </span><em><span data-contrast="auto">“testimoni della forza di una pace non armata”, </span></em><span data-contrast="auto">ad essere </span><em><span data-contrast="auto">“germogli di speranza”,</span></em><span data-contrast="auto"> e </span><em><span data-contrast="auto">“a testimoniare l’amore mentre si parla d’odio, l’incontro mentre dilaga lo scontro, l’unità mentre tutto volge alla contrapposizione”.</span></em><span data-contrast="auto"> Grazie, Santo Padre!</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  97. <p><span data-contrast="auto">Abbiamo ricevuto tante forme di solidarietà anche da parte dell&#8217;intera comunità cristiana nei confronti della nostra Chiesa. La solidarietà umana e cristiana ha trovato forme di espressione di vicinanza che sono state una consolazione importante per noi. Non siamo mai stati lasciati soli con preghiere, espressioni di solidarietà e anche aiuti concreti.</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  98. <p><span data-contrast="auto">Tuttavia, in un contesto così drammatico, ammettiamolo: quest&#8217;anno ha messo a dura prova la nostra fede. Non è facile vivere nella fede in questi tempi duri.</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  99. <p><span data-contrast="auto">Le parole ‘speranza’, ‘pace’, ‘convivenza’ ci sembrano teoriche e lontane dalla realtà. Forse anche la preghiera ci è sembrata a volte un obbligo morale da assolvere, ma non il luogo da cui attingere forza nella sofferenza, uno sguardo diverso sul mondo, non uno spazio di incontro privilegiato con Dio, per trovare conforto e consolazione. Credo che questi siano pensieri umani inevitabili.</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  100. <p><span data-contrast="auto">Ma è proprio qui che la nostra fede cristiana deve trovare un’espressione visibile.</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  101. <p><span data-contrast="auto">Siamo chiamati a pensare oltre i calcoli di breve respiro, non possiamo fermarci solo alle riflessioni umane, che ci intrappolano nel nostro dolore, senza aprire prospettive. Siamo chiamati a leggere queste sfide alla luce della Parola di Dio, una Parola che accompagna e allarga il nostro cuore.</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  102. <p><span data-contrast="auto">E dobbiamo continuare a farlo.</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  103. <p><span data-contrast="auto">Non è forse questa la nostra principale missione come Chiesa? Non solo saper dire una parola di verità sul tempo presente, ma anche vedere e mostrare un mondo che va oltre il presente e le sue dinamiche; fornire un linguaggio che possa creare un mondo nuovo che non è ancora visibile, ma che si sta manifestando all&#8217;orizzonte? Proporre uno stile di vita in questo conflitto che renda già possibile tra noi ciò che speriamo nel futuro?</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  104. <p><span data-contrast="auto">La speranza cristiana non è l&#8217;attesa di un mondo che verrà, ma la realizzazione, nella pazienza e nella misericordia, di ciò che crediamo nella fede e su cui basiamo il nostro cammino umano &#8211; nelle nostre relazioni, nelle nostre comunità, nella nostra vita personale.</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  105. <p><span data-contrast="auto">“Così egli&#8230; (venne) a creare in sé, dei due, un uomo nuovo, facendo la pace” (Ef 2,15).</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  106. <p><span data-contrast="auto">Questo nostro tempo è in attesa di vedere l’uomo nuovo che in Cristo ognuno di noi è diventato.</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  107. <p><span data-contrast="auto">In questo tempo pieno di odio, l&#8217;uomo nuovo in Cristo è un esempio vivente di compassione, umiltà, mitezza, magnanimità e perdono (cfr. Col 3,12-13).</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  108. <p><span data-contrast="auto">Se non siamo così, se non crediamo nella potenza della risurrezione di Cristo con cui siamo salvati, come ci distingueremo da tutti gli altri? Quale può essere il nostro contributo di credenti in Cristo se non siamo capaci di credere che il male non ha l’ultima parola in questo mondo e che la pace è possibile? </span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  109. <p><span data-contrast="auto">Se le nostre azioni nel mondo non sono visibilmente caratterizzate dalla certezza che nulla potrà mai separarci dall&#8217;amore di Dio in Cristo? (cfr. Rm 8,39).</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  110. <p><span data-contrast="auto">In questo tempo in cui la violenza sembra essere l’unico linguaggio, continueremo a parlare e a credere nel perdono e nella riconciliazione. In questo tempo pieno di dolore, vogliamo e continueremo a usare parole di consolazione e a dare conforto concreto e incessante laddove il dolore cresce.</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  111. <p><span data-contrast="auto">Anche se dobbiamo ricominciare ogni giorno, anche se possiamo essere visti come irrilevanti e inutili, continueremo a essere fedeli all&#8217;amore che ci ha conquistati e a essere persone nuove in Cristo, qui a Gerusalemme, in Terra Santa e ovunque ci troviamo.</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  112. <p><span data-contrast="auto">Per questo siamo qui oggi. Per questo digiuniamo e preghiamo. Per purificare i nostri cuori, per rinnovare in noi il desiderio di prosperità e di pace con la forza della preghiera e dell&#8217;incontro con Cristo, e per credere che queste non sono solo parole, ma vita vissuta. Anche qui, in Terra Santa.</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  113. <p><span data-contrast="auto">La Beata Vergine del Rosario interceda per noi e ci aiuti a rendere il nostro cuore docile all&#8217;ascolto della Parola di Dio e ad aprirci per essere sempre e ovunque persone nuove in Cristo e coraggiosi testimoni di pace. Perché “ogni dono perfetto viene dall&#8217;alto, dal Padre della luce” (Gc 1, 17). Amen.</span><span data-ccp-props="{&quot;335559739&quot;:120}"> </span></p>
  114. <p><strong>+Pierbattista</strong></p>
  115. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/riflessione-del-card-pizzaballa-in-occasione-della-giornata-di-preghiera-per-la-pace/">Riflessione del Card. Pizzaballa in occasione della giornata di preghiera per la pace</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  116. ]]></content:encoded>
  117. </item>
  118. <item>
  119. <title>Guerra e migrazioni. Ripensare i rapporti tra Occidente e mondo musulmano</title>
  120. <link>https://angeloscola.it/guerra-e-migrazioni-ripensare-i-rapporti-tra-occidente-e-mondo-musulmano/</link>
  121. <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator>
  122. <pubDate>Mon, 30 Sep 2024 16:07:19 +0000</pubDate>
  123. <category><![CDATA[News]]></category>
  124. <guid isPermaLink="false">https://angeloscola.it/?p=29488</guid>
  125.  
  126. <description><![CDATA[<p>Giovedì 26 settembre 2024, presso il Museo Diocesano di Milano, in occasione del XX anniversario dalla fondazione di Oasis, si è svolto un Convegno dal titolo: Guerra e migrazioni. Ripensare i rapporti tra Occidente e mondo musulmano. Il Cardinal Scola, fondatore e Presidente di Oasis, vi ha partecipato inviando la lettera che ha aperto i [...]</p>
  127. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/guerra-e-migrazioni-ripensare-i-rapporti-tra-occidente-e-mondo-musulmano/">Guerra e migrazioni. Ripensare i rapporti tra Occidente e mondo musulmano</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  128. ]]></description>
  129. <content:encoded><![CDATA[<p>Giovedì 26 settembre 2024, presso il Museo Diocesano di Milano, in occasione del XX anniversario dalla fondazione di Oasis, si è svolto un Convegno dal titolo: <em>Guerra e migrazioni. Ripensare i rapporti tra Occidente e mondo musulmano.</em> Il Cardinal Scola, fondatore e Presidente di Oasis, vi ha partecipato inviando la lettera che ha aperto i lavori, che può essere letta <a href="https://www.oasiscenter.eu/it/20-anni-di-oasis-il-messaggio-del-fondatore-il-cardinal-angelo-scola" target="_blank" rel="noopener">qui</a>.</p>
  130. <p>Proponiamo inoltre il video dell’intero evento.</p>
  131. <p><iframe title="YouTube video player" src="https://www.youtube.com/embed/7jl3eVz1X-I?si=gcfRVOx9hNI3r3_N" width="560" height="315" frameborder="0" allowfullscreen="allowfullscreen"></iframe></p>
  132. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/guerra-e-migrazioni-ripensare-i-rapporti-tra-occidente-e-mondo-musulmano/">Guerra e migrazioni. Ripensare i rapporti tra Occidente e mondo musulmano</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  133. ]]></content:encoded>
  134. </item>
  135. <item>
  136. <title>Sant&#8217;Agostino sull&#8217;Ascensione</title>
  137. <link>https://angeloscola.it/santagostino-sullascensione/</link>
  138. <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator>
  139. <pubDate>Mon, 13 May 2024 07:50:40 +0000</pubDate>
  140. <category><![CDATA[Lettere e messaggi]]></category>
  141. <guid isPermaLink="false">https://angeloscola.it/?p=29479</guid>
  142.  
  143. <description><![CDATA[<p>In questi giorni, ancora segnati dalla Solennità dell’Ascensione che abbiamo celebrato giovedì 9 maggio, proponiamo il secondo testo proposto dall’Ufficio delle Letture di tale Solennità, il Discorso 263 di Sant’Agostino. Oggi nostro Signore Gesù Cristo è asceso al cielo. Con lui salga pure il nostro cuore. Ascoltiamo l’apostolo Paolo che proclama: «Se siete risorti con [...]</p>
  144. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/santagostino-sullascensione/">Sant&#8217;Agostino sull&#8217;Ascensione</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  145. ]]></description>
  146. <content:encoded><![CDATA[<p style="font-weight: 400;">In questi giorni, ancora segnati dalla Solennità dell’Ascensione che abbiamo celebrato giovedì 9 maggio, proponiamo il secondo testo proposto dall’Ufficio delle Letture di tale Solennità, il <em>Discorso 263</em> di Sant’Agostino.</p>
  147. <hr />
  148. <p>Oggi nostro Signore Gesù Cristo è asceso al cielo. Con lui salga pure il nostro cuore.<br />
  149. Ascoltiamo l’apostolo Paolo che proclama: «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio. Pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra» (Col 3, 1-2). Come egli è asceso e non si è allontanato da noi, così anche noi già siamo lassù con lui, benché nel nostro corpo non si sia ancora avverato ciò che ci è promesso.<br />
  150. Cristo è ormai esaltato al di sopra dei cieli, ma soffre qui in terra tutte le tribolazioni che noi sopportiamo come sue membra. Di questo diede assicurazione facendo sentire quel grido: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» (At 9, 4). E così pure: «Io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare» (Mt 25, 35).<br />
  151. Perché allora anche noi non fatichiamo su questa terra, in maniera da riposare già con Cristo in cielo, noi che siamo uniti al nostro Salvatore attraverso la fede, la speranza e la carità? Cristo, infatti, pur trovandosi lassù, resta ancora con noi. E noi, similmente, pur dimorando quaggiù, siamo già con lui. E Cristo può assumere questo comportamento in forza della sua divinità e onnipotenza. A noi, invece, è possibile, non perché siamo esseri divini, ma per l’amore che nutriamo per lui. Egli non abbandonò il cielo, discendendo fino a noi; e nemmeno si è allontanato da noi, quando di nuovo è salito al cielo. Infatti egli stesso dà testimonianza di trovarsi lassù mentre era qui in terra: «Nessuno è mai salito al cielo fuorché colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo, che è in cielo» (cfr. Gv 3, 13).<br />
  152. Questa affermazione fu pronunciata per sottolineare l’unità tra lui nostro capo e noi suo corpo. Quindi nessuno può compiere un simile atto se non Cristo, perché anche noi siamo lui, per il fatto che egli è il Figlio dell’uomo per noi, e noi siamo figli di Dio per lui.<br />
  153. Così si esprime l’Apostolo parlando di questa realtà: «Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo» (1 Cor 12,12). L’Apostolo non dice: «Così Cristo», ma sottolinea: «Così anche Cristo». Cristo dunque ha molte membra, ma un solo corpo.<br />
  154. Perciò egli è disceso dal cielo per la sua misericordia e non è salito se non lui, mentre noi unicamente per grazia siamo saliti in lui. E così non discese se non Cristo e non è salito se non Cristo. Questo non perché la dignità del capo sia confusa nel corpo, ma perché l’unità del corpo non sia separata dal capo.</p>
  155. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/santagostino-sullascensione/">Sant&#8217;Agostino sull&#8217;Ascensione</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  156. ]]></content:encoded>
  157. </item>
  158. <item>
  159. <title>L&#8217;evidenza del corpo – Recensione su Avvenire</title>
  160. <link>https://angeloscola.it/levidenza-del-corpo-recensione-su-avvenire/</link>
  161. <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator>
  162. <pubDate>Thu, 09 May 2024 12:28:31 +0000</pubDate>
  163. <category><![CDATA[Articoli]]></category>
  164. <guid isPermaLink="false">https://angeloscola.it/?p=29477</guid>
  165.  
  166. <description><![CDATA[<p>Proponiamo una recensione del libro L’evidenza del corpo. Nella prospettiva di un’antropologia adeguata del cardinale Scola, apparsa nell’edizione dell&#8217;8 maggio 2024 del quotidiano Avvenire. È disponibile a questo link.</p>
  167. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/levidenza-del-corpo-recensione-su-avvenire/">L&#8217;evidenza del corpo – Recensione su Avvenire</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  168. ]]></description>
  169. <content:encoded><![CDATA[<p>Proponiamo una recensione del libro <em><a href="https://angeloscola.it/libri/levidenza-del-corpo-nella-prospettiva-di-unantropologia-adeguata/">L’evidenza del corpo. Nella prospettiva di un’antropologia adeguata</a></em> del cardinale Scola, apparsa nell’edizione dell&#8217;8 maggio 2024 del quotidiano <em>Avvenire</em>. È disponibile a <a href="https://angeloscola.it/wp-content/uploads/2024/05/La-teologia-del-corpo-secondo-Scola.pdf" target="_blank" rel="noopener">questo link</a>.</p>
  170. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/levidenza-del-corpo-recensione-su-avvenire/">L&#8217;evidenza del corpo – Recensione su Avvenire</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  171. ]]></content:encoded>
  172. </item>
  173. <item>
  174. <title>Seminiamo nella precarietà una speranza per noi e per tutti</title>
  175. <link>https://angeloscola.it/seminiamo-nella-precarieta-una-speranza-per-noi-e-per-tutti-2014-2024/</link>
  176. <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator>
  177. <pubDate>Thu, 09 May 2024 12:25:26 +0000</pubDate>
  178. <category><![CDATA[Interventi]]></category>
  179. <guid isPermaLink="false">https://angeloscola.it/?p=29475</guid>
  180.  
  181. <description><![CDATA[<p>Ripubblichiamo il video dell’intervento fatto dal Cardinal Scola il 30 aprile 2014, in occasione della Veglia dei lavoratori, nell’atrio della Stazione Centrale di Milano.</p>
  182. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/seminiamo-nella-precarieta-una-speranza-per-noi-e-per-tutti-2014-2024/">Seminiamo nella precarietà una speranza per noi e per tutti</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  183. ]]></description>
  184. <content:encoded><![CDATA[<p style="font-weight: 400;">Ripubblichiamo il video dell’intervento fatto dal Cardinal Scola il 30 aprile 2014, in occasione della Veglia dei lavoratori, nell’atrio della Stazione Centrale di Milano.</p>
  185. <p><iframe title="YouTube video player" src="https://www.youtube.com/embed/11D9RcCXsAs?si=--LEsGUC4r_Jl3px" width="560" height="315" frameborder="0" allowfullscreen="allowfullscreen"></iframe></p>
  186. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/seminiamo-nella-precarieta-una-speranza-per-noi-e-per-tutti-2014-2024/">Seminiamo nella precarietà una speranza per noi e per tutti</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  187. ]]></content:encoded>
  188. </item>
  189. <item>
  190. <title>25 aprile 2024 – San Marco</title>
  191. <link>https://angeloscola.it/25-aprile-2024-san-marco/</link>
  192. <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator>
  193. <pubDate>Fri, 26 Apr 2024 07:06:45 +0000</pubDate>
  194. <category><![CDATA[Omelie]]></category>
  195. <guid isPermaLink="false">https://angeloscola.it/?p=29471</guid>
  196.  
  197. <description><![CDATA[<p>Proponiamo la seconda Lettura dall&#8217;Ufficio delle Letture nel rito ambrosiano del 25 aprile, festa di San Marco Evangelista. Dal trattato Contro le eresie di sant’Ireneo, vescovo. La Chiesa, sparsa in tutto il mondo, fino agli ultimi confini della terra, ricevette dagli apostoli e dai loro discepoli la fede nell&#8217;unico Dio, Padre onnipotente, che fece il cielo [...]</p>
  198. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/25-aprile-2024-san-marco/">25 aprile 2024 – San Marco</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  199. ]]></description>
  200. <content:encoded><![CDATA[<p style="font-weight: 400;">Proponiamo la seconda Lettura dall&#8217;Ufficio delle Letture nel rito ambrosiano del 25 aprile, festa di San Marco Evangelista.</p>
  201. <p>Dal trattato <em>Contro le eresie</em> di sant’Ireneo, vescovo.</p>
  202. <p>La Chiesa, sparsa in tutto il mondo, fino agli ultimi confini della terra, ricevette dagli apostoli e dai loro discepoli la fede nell&#8217;unico Dio, Padre onnipotente, che fece il cielo la terra e il mare e tutto ciò che in essi è contenuto (cfr. At 4, 24). La Chiesa accolse la fede nell&#8217;unico Gesù Cristo, Figlio di Dio, incarnatosi per la nostra salvezza. Credette nello Spirito Santo che per mezzo dei profeti manifestò il disegno divino di salvezza: e cioè la venuta di Cristo, nostro Signore, la sua nascita dalla Vergine, la sua passione e la risurrezione dai morti, la sua ascensione corporea al cielo e la sua venuta finale con la gloria del Padre. Allora verrà per «ricapitolare tutte le cose» (Ef 1, 10) e risuscitare ogni uomo, perché dinanzi a Gesù Cristo, nostro Signore e Dio e Salvatore e Re secondo il beneplacito del Padre invisibile «ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua lo proclami» (Fil 2, 10) ed egli pronunzi su tutti il suo giudizio insindacabile.<br />
  203. Avendo ricevuto, come dissi, tale messaggio e tale fede, la Chiesa li custodisce con estrema cura, tutta compatta come abitasse in un&#8217;unica casa, benché ovunque disseminata. Vi aderisce unanimemente quasi avesse una sola anima e un solo cuore. Li proclama, li insegna e li trasmette all&#8217;unisono, come possedesse un&#8217;unica bocca.<br />
  204. Benché infatti nel mondo diverse siano le lingue, unica e identica è la forza della tradizione. Per cui le chiese fondate in Germania non credono o trasmettono una dottrina diversa da quelle che si trovano in Spagna o nelle terre dei Celti o in Oriente o in Egitto o in Libia o al centro del mondo. Come il sole, creatura di Dio, è unico in tutto l&#8217;universo, così la predicazione della verità brilla ovunque e illumina tutti gli uomini che vogliono giungere alla conoscenza della verità. E così tra coloro che presiedono le chiese nessuno annunzia una dottrina diversa da questa, perché nessuno è al di sopra del suo maestro.<br />
  205. Si tratti di un grande oratore o di un misero parlatore, tutti insegnano la medesima verità. Nessuno sminuisce il contenuto della tradizione. Unica e identica è la fede. Perciò né il fecondo può arricchirla, né il balbuziente impoverirla.</p>
  206. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/25-aprile-2024-san-marco/">25 aprile 2024 – San Marco</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  207. ]]></content:encoded>
  208. </item>
  209. <item>
  210. <title>Salem (World Press Photo), nella “Pietà di Gaza” l’inimmaginabile forza dell’icona</title>
  211. <link>https://angeloscola.it/salem-world-press-photo-nella-pieta-di-gaza-linimmaginabile-forza-dellicona/</link>
  212. <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator>
  213. <pubDate>Sun, 21 Apr 2024 19:28:04 +0000</pubDate>
  214. <category><![CDATA[News]]></category>
  215. <guid isPermaLink="false">https://angeloscola.it/?p=29469</guid>
  216.  
  217. <description><![CDATA[<p>Proponiamo da IlSussidiario.net un articolo di Carlo Dignola del 20 aprile 2024 sulla fotografia vincitrice dell&#8217;edizione 2024 del prestigioso concorso World Press Photo. &#160; &#160; È stata subito battezzata &#8220;Pietà di Gaza&#8221; la foto di Mohammed Salem che ha vinto il World Press Photo 2024. È stata scattata nell&#8217;Ospedale Nasser di Gaza. Magritte velava e [...]</p>
  218. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/salem-world-press-photo-nella-pieta-di-gaza-linimmaginabile-forza-dellicona/">Salem (World Press Photo), nella “Pietà di Gaza” l’inimmaginabile forza dell’icona</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  219. ]]></description>
  220. <content:encoded><![CDATA[<p>Proponiamo da <a href="https://www.ilsussidiario.net/news/arte-salem-world-press-photo-nella-pieta-di-gaza-linimmaginabile-forza-dellicona/2693450/" target="_blank" rel="noopener">IlSussidiario.net</a> un articolo di Carlo Dignola del 20 aprile 2024 sulla fotografia vincitrice dell&#8217;edizione 2024 del prestigioso concorso World Press Photo.</p>
  221. <p>&nbsp;</p>
  222. <hr />
  223. <p>&nbsp;</p>
  224. <p>È<em> stata subito battezzata &#8220;Pietà di Gaza&#8221; la foto di Mohammed Salem che ha vinto il World Press Photo 2024. È stata scattata nell&#8217;Ospedale Nasser di Gaza.</em></p>
  225. <p>Magritte velava e copriva il volte delle sue figure, o altre volte le dipingeva di spalle, non per farle vedere di meno ma per farle vedere di più. Quei cenci avvolti sui volti, così assurdi, alludevano, con una tecnica tipicamente surrealista, al fatto che il visibile non può essere compreso senza percepire la vasta e decisiva regione dell’invisibile che lo circonda.</p>
  226. <p>Restituisce una sensazione del genere la fotografia di Mohammed Salem, palestinese che vive e lavora nella Striscia di Gaza, eletta “foto dell’anno” dal World Press Photo: è stata scattata il 17 ottobre 2023, dieci giorni dopo l’assalto e la carneficina di Hamas contro i kibbutz e le postazioni militari nel Sud di Israele vicine alla Striscia. E durante l’inizio della durissima rappresaglia militare da parte dell’Idf che è ancora in corso: Salem è entrato nell’Ospedale Nasser, è sceso nella stanze – già affollate quel giorno – dell’obitorio e tra i parenti in cerca di corpi da riconoscere ha ripreso questa donna di 36 anni, Inas Abu Maamar, che stringeva al petto il corpo senza vita di sua nipote Saly, 5 anni, uccisa, assieme alla madre e alla sorella, da un missile israeliano che ha colpito la loro casa di Khan Yunis.</p>
  227. <p>La bimba è avvolta dalla testa ai piedi in un bianco sudario. Ma anche la donna è coperta da un lungo vestito blu, e il suo stesso volto è nascosto da un velo e dalla piega del capo: solo nella pelle delle sue mani viene a nudo la natura umana, carnale di quei due corpi similmente devastati, e di quel gesto così naturale, così radicato nella biologia e nella nostra iconografia da farla subito soprannominare “la Pietà di Gaza”.</p>
  228. <p>E in effetti di una Pietà si tratta: un’immagine di morte fatta per essere condivisa, sofferta, rifiutata. Come diceva Salvatore Quasimodo in una sua famosa poesia, giocata sull’orlo della sorpresa che ancora la guerra, ancora il sangue corso tra Caino e Abele siano lo scenario della storia e della civiltà umana: “Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, con le ali maligne, le meridiane di morte, t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu, con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo”. Fu scritta ottant’anni fa, ma quel tempo, ancora, è ora.</p>
  229. <p>Non c’è sangue in questa immagine che arriva da Gaza, neanche una goccia, ed è proprio questa sua sottile irrealtà ad avviarla, nelle nostre menti, verso i sentieri dell’icona. A farle trascendere la cronaca, così drammatica, di questi mesi di guerra, per diventare un simbolo. Ha commentato infatti la presidente della giuria del Wpp Fiona Shields: “Una volta che la vedi, questa fotografia ti rimane in mente. È come una sorta di messaggio sull’orrore e l’inutilità del conflitto” e rappresenta “un argomento incredibilmente potente a favore della pace”. Nella motivazione del premio, la giuria ha sottolineato la cura e il rispetto con cui il reporter ha ripreso la scena, che “offre uno sguardo, allo stesso tempo, metaforico e letterale su una perdita e un dolore inimmaginabile”.</p>
  230. <p>Salem quel 17 ottobre era all’Ospedale Nasser, oggi distrutto ed evacuato, per la nascita di suo figlio. Laureato all’Università di Gaza, il fotografo palestinese lavora con l’agenzia Reuters dal 2003 e ha spesso documentato il conflitto arabo-israeliano, vincendo altri premi. “Le persone quel giorno erano confuse – ha raccontato –, correvano da un posto all’altro in preda all’ansia di conoscere il destino dei loro cari: questa donna attirò la mia attenzione perché teneva in braccio il corpo della bambina e si rifiutava di lasciarlo andare”.</p>
  231. <p>La parola chiave che spiega la forza di questa icona è allora proprio “inimmaginabile”: la fotografia è essa stessa, proprio nel momento in cui viene premiata e diffusa rapidissimamente in milioni di esemplari nel mondo, una sorta di pietoso sudario che copre le ferite mortali di questa guerra, che nasconde il sangue umano sparso così copiosamente in questi mesi, da una parte e dall’altra, per farci vedere qualcosa di più. Per farci vedere lo sguardo di una umana pietà che è l’unica vera “arma” contro la violenza omicida.</p>
  232. <p>Quando Magritte aveva quattordici anni sua madre si suicidò gettandosi nelle acque della Sambre: nel momento in cui il suo corpo venne recuperato dal fiume, il suo volto riapparve coperto dalla camicia da notte. Non è chiaro se sia stata la corrente a velarle il viso, o se lei stessa abbia voluto coprirsi gli occhi, o se qualcuno glieli avesse pietosamente chiusi in quel modo agli sguardi: certo quell’immagine estrema e spaventosa rimase nella mente di René per tutta la vita. Spingendolo a raffigurare le emozioni più forti coprendole.</p>
  233. <p>Il velo in Magritte raffigura al tempo stesso anche l’incomunicabilità ultima delle passioni, la distanza incolmabile che separa l’intimità di un corpo da quella di un altro, pur coinvolti nel gesto di uno scambio. In fondo l’immagine di Salem, sotto la linea di galleggiamento della nostra coscienza, di tutto questo ci parla.</p>
  234. <p>Le foto che hanno vinto il World Press Photo Award – selezionate tra 61mila candidature, provenienti da 130 Paesi – saranno esposte fino al 14 luglio nella Nieuwe Kerk di Amsterdam, chiesa protestante oggi usata come sede culturale. Altre copie come di consueto gireranno tutto il mondo: in Italia, prima tappa a Roma, dall’8 maggio al 9 giugno a Palazzo delle Esposizioni.</p>
  235. <p>&nbsp;</p>
  236. <hr />
  237. <p>&nbsp;</p>
  238. <p><em>Foto: Ansa</em></p>
  239. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/salem-world-press-photo-nella-pieta-di-gaza-linimmaginabile-forza-dellicona/">Salem (World Press Photo), nella “Pietà di Gaza” l’inimmaginabile forza dell’icona</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  240. ]]></content:encoded>
  241. </item>
  242. <item>
  243. <title>Fondazione Oasis – Scontro Israele-Iran: guerra regionale o prove di un nuovo equilibrio?</title>
  244. <link>https://angeloscola.it/fondazione-oasis-scontro-israele-iran-guerra-regionale-o-prove-di-un-nuovo-equilibrio/</link>
  245. <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator>
  246. <pubDate>Fri, 19 Apr 2024 16:49:14 +0000</pubDate>
  247. <category><![CDATA[Articoli]]></category>
  248. <guid isPermaLink="false">https://angeloscola.it/?p=29464</guid>
  249.  
  250. <description><![CDATA[<p>Segnaliamo dalla Fondazione Internazionale Oasis, inizialmente fondata nel 2004 come rivista dal Cardinal Scola per promuovere la conoscenza del mondo islamico e l&#8217;incontro tra cristiani e musulmani. 19/04/2024 &#8211; Scontro Israele-Iran: guerra regionale o prove di un nuovo equilibrio? &#8211; A cura di Mauro Primavera e Claudio Fontana</p>
  251. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/fondazione-oasis-scontro-israele-iran-guerra-regionale-o-prove-di-un-nuovo-equilibrio/">Fondazione Oasis – Scontro Israele-Iran: guerra regionale o prove di un nuovo equilibrio?</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  252. ]]></description>
  253. <content:encoded><![CDATA[<p>Segnaliamo dalla Fondazione Internazionale Oasis, inizialmente fondata nel 2004 come rivista dal Cardinal Scola per promuovere la conoscenza del mondo islamico e l&#8217;incontro tra cristiani e musulmani.</p>
  254. <p><em><a href="https://www.oasiscenter.eu/it/scontro-israele-iran-guerra-regionale-o-prove-di-un-nuovo-equilibrio" target="_blank" rel="noopener">19/04/2024 &#8211; Scontro Israele-Iran: guerra regionale o prove di un nuovo equilibrio? &#8211; A cura di Mauro Primavera e Claudio Fontana</a></em></p>
  255. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/fondazione-oasis-scontro-israele-iran-guerra-regionale-o-prove-di-un-nuovo-equilibrio/">Fondazione Oasis – Scontro Israele-Iran: guerra regionale o prove di un nuovo equilibrio?</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  256. ]]></content:encoded>
  257. </item>
  258. <item>
  259. <title>14 aprile 2024 – Domenica</title>
  260. <link>https://angeloscola.it/14-aprile-2024-domenica/</link>
  261. <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator>
  262. <pubDate>Sun, 14 Apr 2024 15:58:08 +0000</pubDate>
  263. <category><![CDATA[Omelie]]></category>
  264. <guid isPermaLink="false">https://angeloscola.it/?p=29462</guid>
  265.  
  266. <description><![CDATA[<p>14 aprile 2024 III domenica di Pasqua (anno B) At 16,22-34; dal Salmo 97 (98); Col 1,24-29; Gv 14,1-11a Card. Angelo Scola – Spunti     La risposta alla sete dell’uomo è presente «Mostraci il Padre e ci basta» (Vangelo, Gv 14,8b). La richiesta di Filippo a Gesù esprime la sete perenne, sia pure non [...]</p>
  267. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/14-aprile-2024-domenica/">14 aprile 2024 – Domenica</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  268. ]]></description>
  269. <content:encoded><![CDATA[<h4 style="text-align: center;">14 aprile 2024</h4>
  270. <p style="text-align: center;"><em>III domenica di Pasqua (anno B)</em></p>
  271. <p style="text-align: center;"><em>At 16,22-34; </em>dal <em>Salmo 97 (98); Col 1,24-29; Gv 14,1-11a</em></p>
  272. <p style="text-align: center;"><strong>Card. Angelo Scola – Spunti</strong></p>
  273. <p><strong> </strong></p>
  274. <p><em> </em></p>
  275. <ol>
  276. <li><strong>La risposta alla sete dell’uomo è presente</strong></li>
  277. </ol>
  278. <p>«<em>Mostraci il Padre e ci basta</em>» (Vangelo, <em>Gv </em>14,8b). La richiesta di Filippo a Gesù esprime la sete perenne, sia pure non sempre consapevole, dell’umanità di tutti i tempi, anche del nostro. Questa sete è stata appagata: «<em>Chi ha visto me, ha visto il Padre</em>» (<em>Gv</em> 14,9). La risposta piena alla sete dell’uomo è un fatto accaduto, ma continuamente da riconoscere. Cristo è il Figlio nel quale diventiamo figli. Cristo è l’accesso al Padre che ci ha creati e nel quale solo si trova pienezza e pace. Non riduciamolo a qualcosa di meno di questo.</p>
  279. <p><em> </em></p>
  280. <ol start="2">
  281. <li><strong>La fede genera un uomo nuovo</strong></li>
  282. </ol>
  283. <ul>
  284. <li>Che tende a circondare il male con il bene: «<em>fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere. … Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli</em>» (Prima Lettura, <em>At</em> 16, 22-23.25).</li>
  285. <li>Quando poi, per l’irrompere della potenza di Dio, le porte del carcere si spalancano e cadono le catene di tutti, il carceriere afferra la spada per uccidersi, «<em>Ma Paolo gridò forte: “Non farti del male, siamo tutti qui”</em>» (Prima Lettura, <em>At</em> 16, 28). Un uomo capace di responsabilità: di fronte alla realtà non fugge, ma è leale con essa.</li>
  286. <li>L’incontro con questa novità di vita genera nell’altro la domanda: «<em>Che cosa devo fare per essere salvato?</em>» (At 16,30) e, di fronte alla proposta della fede, l’adesione piena che cambia la vita: «<em>Egli li prese con sé, a quell’ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio</em>» (<em>At</em> 16,33-34).</li>
  287. </ul>
  288. <p>&nbsp;</p>
  289. <ol start="3">
  290. <li><strong>La nostra nuova natura, la comunione</strong></li>
  291. </ol>
  292. <ul>
  293. <li>«<em>Do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa</em>» (Epistola, <em>Col </em>1,24b). Sono parole audaci. Infatti, in quanto il Signore Gesù ha patito come Figlio di Dio per tutti gli uomini, non manca nulla a questo patire, ma in quanto Egli è “capo e corpo”, il corpo deve prendere parte alla Sua passione.</li>
  294. <li>Con il Battesimo, la comunione è diventata la nostra nuova natura. Lo vediamo anche nell’esperienza umana originale (<em>io-in-relazione</em>).</li>
  295. <li>San Paolo pertanto può dire: «<em>Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza</em>» (<em>Col</em> 1,29). Queste parole descrivono la dinamica di ogni azione del cristiano. San Bernardo l’ha espressa potentemente con questa semplicissima invocazione a Cristo: “<em>Con le nostre mani, ma con la Tua forza</em>”.</li>
  296. </ul>
  297. <hr />
  298. <p>Fotografia: copyright <a href="http://www.ballabio.com/" target="_blank" rel="noopener">Dario Ballabio</a></p>
  299. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/14-aprile-2024-domenica/">14 aprile 2024 – Domenica</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  300. ]]></content:encoded>
  301. </item>
  302. <item>
  303. <title>8 aprile 2024 – Annunciazione del Signore</title>
  304. <link>https://angeloscola.it/8-aprile-2024-annunciazione-del-signore/</link>
  305. <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator>
  306. <pubDate>Mon, 08 Apr 2024 07:48:41 +0000</pubDate>
  307. <category><![CDATA[Omelie]]></category>
  308. <guid isPermaLink="false">https://angeloscola.it/?p=29457</guid>
  309.  
  310. <description><![CDATA[<p>Oggi la Chiesa celebra la Solennità dell’Annunciazione del Signore. Pubblichiamo il Capitolo ad essa dedicato del libro del cardinal Scola Maria, la donna. Capitolo Quarto Il vertice dell’io Annunciazione &#160; Una libertà consapevole Nel Vangelo di Luca il dialogo tra l’angelo Gabriele e Maria si svolge secondo una triplice scansione (cfr. Lc 1,26-38). «Entrando da [...]</p>
  311. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/8-aprile-2024-annunciazione-del-signore/">8 aprile 2024 – Annunciazione del Signore</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  312. ]]></description>
  313. <content:encoded><![CDATA[<p style="font-weight: 400;">Oggi la Chiesa celebra la Solennità dell’Annunciazione del Signore. Pubblichiamo il Capitolo ad essa dedicato del libro del cardinal Scola <em>Maria, la donna</em><em>.</em></p>
  314. <hr />
  315. <p style="text-align: center;"><strong>Capitolo Quarto </strong></p>
  316. <p style="text-align: center;"><em>Il vertice dell’io</em></p>
  317. <p style="text-align: center;">Annunciazione</p>
  318. <p>&nbsp;</p>
  319. <p><strong>Una libertà consapevole</strong></p>
  320. <p>Nel Vangelo di Luca il dialogo tra l’angelo Gabriele e Maria si svolge secondo una triplice scansione (cfr. <em>Lc </em>1,26-38).</p>
  321. <p>«<em>Entrando da lei, disse: “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te”. A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo</em>»<em>. </em></p>
  322. <p>Maria non pone l’accento (come forse avremmo fatto noi) sulla straordinarietà dell’apparizione dell’Angelo. Un’altra è la radice del suo turbamento. Essa è presa dal contenuto dell’annuncio. «<em>&#8230; si domandava che senso avesse un saluto come questo</em>»: perché mi ha chiamata “piena di grazia”? Perché mi ha detto: “Il Signore è con te”?</p>
  323. <p>Fin dalle prime battute il suo io è totalmente in gioco. Nell’orizzonte di grazia aperto dall’Angelo la libertà della Vergine si mobilita e cerca la ragione di ciò che accade.</p>
  324. <p>In questa ragazza che viveva alla periferia del mondo si vede bene la forza di una personalità matura. Qui Maria è l’archetipo del cristiano che, di fronte ad ogni circostanza ed ad ogni rapporto, si lascia interrogare (più propriamente dovremmo dire pro-vocare). Egli sa che la realtà, tutto ciò che accade, è una modalità attraverso la quale Dio interpella la sua persona per farla entrare sempre più potentemente in rapporto con Lui.</p>
  325. <p>Tutta l’ampiezza e il fascino dell’umano conoscere sono qui messi in campo. Si vede che cosa sia una ragione mossa da una volontà, che cosa sia una libertà in atto. In una società come la nostra in cui espressioni come ‘libertà di giudizio’ o ‘spirito critico’ sono luoghi comuni usurati che rischiano di venire seppelliti dal nominalismo, guardare alle mosse di questa giovane donna può ridarci il gusto di una boccata di aria pura.</p>
  326. <p>&nbsp;</p>
  327. <p><strong><em>Quomodo?</em></strong></p>
  328. <p>«<em>L&#8217;angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell`Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre  e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.</em><em>  Allora Maria disse all`angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?</em>»<em>.</em></p>
  329. <p>Maria viveva, con tutte le fibre del suo essere, nell’attesa del Messia. Capofila dei poveri di Jahvè, colei di cui i profeti avevano parlato come ‘figlia di Sion’ (cfr. <em>Sof</em> 3,12-13). Proprio perché vigile nell’attesa chiede ragione di una rivelazione così inaudita. Stabilisce un paragone tra il contenuto misterioso dell’annuncio e ciò che le appare come un’evidenza legata alla sua umana condizione: «<em>Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?</em>». Pur non cedendo alla tentazione del dubbio, dispiega tutta la forza indagatrice della sua ragione. Insiste, raccoglie tutte le sue energie intellettuali ed affettive e, di fronte all’annuncio del tutto imprevedibile di una nascita così straordinaria, risponde con quella domanda la cui forza è resa meglio &#8211; come ci ha fatto notare Sant’Agostino &#8211; da uno scarno avverbio latino: <em>quomodo</em>? Come può avvenire questo?</p>
  330. <p>Anche a Zaccaria, l’anziano (lui e sua moglie avranno avuto almeno cinquanta, sessant’anni più di Maria) sacerdote del <em>Sancta sanctorum</em> appare l’angelo Gabriele per portargli un annuncio straordinario, che ha dell’incredibile: «<em>Tua moglie, che tutti dicevano sterile, nella sua vecchiaia partorirà e darà alla luce un figlio</em>» (<em>Lc </em>1,13). Ma, quanto il <em>quomodo</em> di Maria è fiducioso, sinceramente spalancato a quell’inaudita possibilità che le si spalanca davanti, desideroso di comprendere (secondo il significato etimologico del “fare spazio dentro di sé”) l’enorme novità che le viene promessa, tanto il <em>quomodo</em> di Zaccaria è pesante di scetticismo e pronunciato con una punta di supponenza. Egli dice: “Come è possibile?”, ma pensa: “Non può esserlo!”. Per questo diviene muto. Lo scetticismo, che si scioglierà solo arrendendosi ai fatti, blocca in lui la comunicazione.</p>
  331. <p>Maria è libera e critica, Zaccaria, molto più vecchio di lei, è ipercritico e non libero. Egli, pur essendo un uomo pio e per di più un sacerdote, è come uno che, col passare degli anni, ha sostituito il calcolo allo slancio dell’abbandono. Per un’ultima punta non si fida neanche di Dio&#8230; Così invece che sperimentare la libertà, sperimenta la paralisi della libertà.</p>
  332. <p>&nbsp;</p>
  333. <p><strong>Fede, culmine della ragione e principio di soddisfazione</strong></p>
  334. <p>«<em>Nulla è impossibile a Dio</em>». Così, concludendo un dialogo serrato, l’Angelo suggella l’annuncio fatto a Maria. L’impossibile è possibile a Dio<em>. </em>A conferma di questo le aveva appena detto: «<em>Anche</em> <em>Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio&#8230;</em>». La trama degli affetti entra in gioco nel movimento della libertà che, arrivata in fondo al suo cammino, finalmente in vista del traguardo, si abbandona.</p>
  335. <p>Di fronte alla rivelazione suprema che Dio stesso prenderà corpo nel suo seno, Maria, la vergine di Sion il cui tempo è plasmato dall’attesa, risponde: «<em>Eccomi, sono la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola</em>». Il culmine della sua maturità si vede nel <em>fiat</em>.</p>
  336. <p>Il <em>fiat</em> non nasce da creduloneria o da semplificazione, ma da una robusta, indomabile capacità di giudizio. Maria alla fine, dopo aver voluto conoscere tutti i dati in gioco e sapendo di aver a che fare con l’iniziativa di Dio, si abbandona.</p>
  337. <p>La suprema ragionevolezza è la fede: “vedere” che la realtà corrisponde, finalmente, a ciò che il cuore desidera e aderire ad essa, dicendo il proprio “eccomi”. Il culmine della criticità e della libertà per ogni uomo è il <em>fiat </em>della fede.</p>
  338. <p>Già abbiamo annotato che l’espressione di Luca «<em>sono la serva del Signore</em>» si potrebbe tradurre, con un linguaggio più vicino alla nostra sensibilità: “Io sono tua, o Signore”. La risposta di Maria all’Angelo &#8211; l’Infinito che la visita &#8211; rende evidente che la libertà tocca il suo vertice quando diventa amore. Qui sta il principio della soddisfazione.</p>
  339. <p>La soddisfazione, infatti, è una libertà che si attua perché dice sì a Chi la compie.</p>
  340. <p>&nbsp;</p>
  341. <p><strong>La ferita inevitabile</strong></p>
  342. <p>Anche per noi è così. Ogni atto della nostra libertà è pro-vocato dall’iniziativa del Padre attraverso le circostanze e i rapporti che formano la trama quotidiana della nostra esistenza.</p>
  343. <p>«<em>La realtà è di Cristo</em>» (<em>Col</em> 2,17) scrive san Paolo. Per questo tutte le circostanze e tutti i rapporti hanno una portata sacramentale, sono “segni” con cui il Padre ci raggiunge e interpella la nostra libertà, come fece con Maria, attraverso l’Angelo. Senza un segno tangibile della Sua presenza, Dio sarebbe una pura astrazione. O, per dirla con San Bernardo, “sarebbe preda dei nostri vaneggiamenti”.</p>
  344. <p>A dispetto dei sapienti di questo mondo che nel secolo scorso avevano previsto la sparizione di ogni residua forma di religiosità, oggi coloro che si professano atei sono un’esigua minoranza. Tutti si dicono religiosi, ma per moltissimi Dio resta relegato nel limbo dell’astrazione.</p>
  345. <p>L’annuncio dell’Angelo dà inizio ad una storia nuova che sconvolge la vita di quella giovane donna e, attraverso di lei, di tutte le generazioni dopo di lei. Da quella circostanza, per privilegiata che sia, passa l’Evento. Dio viene all’incontro di Maria e lei Lo accoglie, aderendo alle condizioni concrete di spazio e di tempo, alle modalità che Egli detta: «<em>avvenga per me secondo la tua parola</em>» (<em>Lc</em> 1,38).</p>
  346. <p>Così è per noi in ogni circostanza, in ogni rapporto. Quando ti chini sul tuo bambino che frigna, quando per l’ennesima volta discuti col tuo giovanotto, quando accompagni un vecchio alla morte, quando sali sulla metro affollata per andare al lavoro, quando arrivi a sera sfinito, quando sei costretto ad affrontare la malattia, quando gusti il dono dell’amicizia… in ogni momento l’Evento percuote la tua libertà chiedendole un <em>sì</em> o un <em>no</em>. Al di fuori di questo l’essenza del cristianesimo è perduta.</p>
  347. <p>Se, come abbiamo visto, la fede è il principio della soddisfazione, noi spendiamo la maggior parte delle nostre energie insoddisfatti perché non stiamo dentro la realtà con l’umiltà di Maria, con  il suo <em>eccomi</em>.  Certo: la soddisfazione non è senza ferita, non è senza mortificazione.</p>
  348. <p>In effetti, quando l’atto di libertà non vive come risposta al segno dell’evento del Dio che mi accompagna, si spacca: da una parte la ragione e dall’altra l’affezione. E la ragione, lasciata a se stessa, conduce all’opinione, che può prendere la forma di una resistenza (ogni circostanza mi fa problema), o la forma della gnosi, cioè la presunzione di una conoscenza totale che annulla il Mistero. Quando l’atto della libertà non è intero, l’affezione si separa dalla ragione e produce solo reazione: rabbia, depressione, malinconia, angoscia, eccitazione&#8230; nulla che abbia una “tenuta”.</p>
  349. <p>Solo se viviamo ogni circostanza e ogni rapporto in pienezza come sacramento dell’Evento &#8211; ma diciamolo più semplicemente &#8211; come modalità con cui Gesù, la Via, ci accompagna passo dopo passo verso il luogo della soddisfazione definitiva, verso il Paradiso, solo in questo caso, senza averla calcolata né pretesa, nel ricostituirsi dell’unità dell’io, si riaffaccerà la possibilità  della soddisfazione.</p>
  350. <p>&nbsp;</p>
  351. <p><strong><em>E l’angelo si allontanò da lei</em></strong></p>
  352. <p>«<em>E l’angelo si allontanò da lei</em>» (<em>Lc </em>1,38). sempre, ogni volta che la leggiamo,  questa frase dell’evangelista Luca ci dà un brivido<a href="#_ftn1" name="_ftnref1">[1]</a>. Che cosa sarà passato nel cuore e nella mente di Maria, una volta rimasta sola con quella promessa enorme, ma ancora senza nessuna percettibilità?</p>
  353. <p>Tutto, infatti, sembrò tornare come prima…  Quanti interrogativi, problemi, preoccupazioni allora dovettero assalirla fino, forse, a toglierle il sonno (come hanno immaginato non pochi scrittori, intrigati da questa pagina del Vangelo). Come affrontare Giuseppe, i suoi? Come spiegare una cosa inspiegabile? Eppure Maria lo fece. Quella giovanissima donna affrontò tutta la drammaticità del rischio che il Mistero le chiedeva. Non cedette alla tentazione di dividere la ragione dall’affezione, ma accettò di aderire con tutta la propria capacità affettiva al “segno” che Dio le aveva mandato &#8211; anche se ora non aveva più l’imponente evidenza iniziale &#8211; fidandosi e affidandosi a Lui. Il rischio, infatti, non è un salto nel buio. è il coraggio di aderire con la volontà, con tutta la propria libertà ad una scelta ragionevole anche se ardua.</p>
  354. <p>Io faccio sempre l’esempio dell’andare in montagna. Quand’ero giovane, mi capitava spesso di fare un po’ di roccia sulla Grigna: c’erano dei passaggi, in cordata, in cui bisognava staccarsi dalla parete e spiccare un salto verso quella di fronte. Il capocordata l’aveva già fatto ed era di là ad aspettarmi, facendo sicurezza &#8211; “Dai, salta! Non avere paura” -: più ragionevole di così… ma il rischio dell’abbandonarmi era tutto mio.</p>
  355. <p>Qual è, allora, la strada per superare la strana paura che sempre si accompagna al rischio perché nasce dalla nostra innata resistenza al sacrificio? Guardiamo ancora a Maria: quella giovanissima donna riuscì a fidarsi e ad affidarsi, perché la fede del popolo di Israele di cui era nutrita la sosteneva nel rischio, ne custodiva la ragionevolezza. È così anche per noi.</p>
  356. <p>Del resto basta, ancora una volta, guardare con lealtà all’esperienza umana elementare per sorprenderne la dinamica. Un bambino si decide ad entrare in una stanza buia non se suo padre insiste a convincerlo con tutte le ragioni, né se ne aizza la volontà, ma semplicemente se lo prende per mano e la attraversa con lui.</p>
  357. <p>La strada per sostenere il rischio della nostra libertà ad aderire al Padre che ci chiama dentro tutte le circostanze e tutti i rapporti – potremmo anche dire a vivere la vita come vocazione &#8211; è la compagnia della Chiesa.</p>
  358. <p><a href="#_ftnref1" name="_ftn1"></a></p>
  359. <p>L'articolo <a href="https://angeloscola.it/8-aprile-2024-annunciazione-del-signore/">8 aprile 2024 – Annunciazione del Signore</a> proviene da <a href="https://angeloscola.it">Angelo Scola</a>.</p>
  360. ]]></content:encoded>
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